Il Whist: l'antenato del Bridge |
Il Bridge è il quinto stadio di un antico gioco di carte
che ebbe gran voga nei secoli XVIII e XIX: il Whist (o Whisk come veniva indifferentemente chiamato nella seconda metà del 1600).L'etimologia del nome del gioco è incerta ma, è probabile che abbia a che vedere con il silenzio assoluto che il gioco richiede a tutti i presenti.
Hugh Latimer |
Più probabile è la sua derivazione da un gioco di carte più antico che veniva chiamato "Triumph" o "Trump" e che veniva correntemente giocato in Inghilterra già nel 1500. La prima memoria scritta che riguarda questo progenitore del Bridge si trova in un sermone "On the Card" che il vescovo e martire Hugh Latimer (1490-1555) predicò a Cambridge intorno all'anno 1530.
Il gioco "Triumph" fa certamente parte della lista dei giochi che François Rabelais (1490-1553) fece compilare al suo Gargantua qualche anno più tardi.
Per quanto riguarda il Whist, esso si giocava in 4 con un mazzo di 52 carte e, l'ultima carta distribuita, segnava l'atout di quella smazzata che restava scoperta sul tavolo fin quando, dopo aver giocato la sua prima carta, il mazziere poteva riappropriarsene. Le regole del gioco erano simili a quelle del Bridge attuale ma non vi erano, né la licita, né il morto. Ogni coppia doveva cercare di realizzare il massimo numero di prese ed ogni presa in più delle prime sei valeva un punto. I punti si cumulavano e la partita si conquistava con 7 punti così che poteva essere conquistata in una sola smazzata solo realizzando un cappotto.
Nel tempo sono nate molte varianti del gioco che però hanno fatto solo da comparsa. Tra le più note, in una si giocava in tre persone e la quarta mano era quella del morto (l'ingénu); in un'altra, il gioco veniva disputato a doppio morto (vedi articolo sul Colpo di Vienna).
Maria Luisa |
Du Barry |
In Francia il Whist si diffuse grazie alla passione coltivata per il gioco dalla bellissima Madame Du Barry (1746-1793) che, fu l'ultima delle tante favorite di Luigi XV (1710-1774) e che riuscì ad influenzare tutta la Corte al punto che, in seguito, tutti i Re di Francia, avrebbero praticato abitualmente il Whist a Corte.
L'illuminato "Short Treatise" edito da Edmund Hoyle nel 1742 durante il regno di Luigi XV, aiutò non poco il Whist a diffondersi in tutti i ritrovi inglesi di prestigio.
Esso stabiliva, oltre a delle norme comportamentali che in buona parte sono ancor oggi in vigore, anche delle modalità di gioco abbastanza simili a quelle del Bridge attuale: la partita si disputava tra quattro contendenti con una atout scelta a sorte (il seme dell'ultima carta distribuita) e con l'unica, ma rilevante differenza, che non era prevista la presenza del morto.
Nel periodo della Rivoluzione Francese vennero messe al bando le figure dei Re, delle Regine e dei Cavalieri, che furono sostituite con altre figure rappresentanti i Cittadini e con splendidi mazzi di carte che sono ancora conservate nei musei parigini. Ma, tutto questo, non frenò minimamente la inarrestabile diffusione del gioco.
L'Impero francese restaurò le carte tradizionali, anche Maria Luisa D'Asburgo Lorena (1791-1847) e Giuseppina Bonaparte (1763-1815) si cimentano nel gioco e sembra che l'imperatore in persona, in quel di Sant'Elena, riempì i suoi ultimi giorni proprio con il Whist.
Beau Brummell |
Talleyrand |
Quando a Vienna si restaurò l'Europa, uno dei più formidabili giocatori di Whist fu il Principe di Talleyrand (1754-1838) che praticandolo abitualmente soleva tenere ben allenata la sua diabolica mente.
Il Whist annoverò tra i suoi cultori personaggi famosi di ogni estrazione sociale come, ad esempio, prima degli altri, quel Francesco da Sales (1567-1622) che nonostante questa sua umana debolezza diverrà Santo, il re di Francia Carlo X (1757-1836), il poliedrico Lord Brummell (1778-1840), il ricco banchiere e famoso economista Henry Drummond (1786-1860).
Se il più forte giocatore di Whist mai conosciuto fu forse Luis Honoré Lebetron Deschapelles (1780-1847), i due grandi nomi del Whist ottocentesco furono senza dubbio James Clay (1804-1873) ed Henry Jones (1831-1899).
Jones, che scriveva sotto lo pseudonimo di Cavendish, nel suo "Les principes du Whist" introdusse alcuni principi teorici, come, ad esempio, quello dell'attacco con la penultima carta di un colore (antenato dell'odierno attacco da quarta migliore) che conferiscono, per la prima volta, una notazione pseudo scientifica al gioco.
Cavendish, estremo sostenitore della prevalenza della tecnica sulla fortuna, nel 1890 lanciò il concetto di "Duplicato" e istituì i primi incontri agonistici tra esperti e giocatori d'azzardo che servirono a togliere a chiunque ogni dubbio circa la veridicità del suo asserto.
Franklin |
La trasvolata oceanica del Whist fu invece merito di Benjamin Franklin (1706-1790) che, con il suo prestigio di scienziato e con la sua grande influenza in campo diplomatico, lo importò e lo impose nella sua Philadelphia.
James Clay |
Di lì, in barba ai puritani del tempo, il gioco, fu espropriato dai circoli privati e dagli ambienti signorili di cui era stato fino a quel momento prevalente patrimonio e, anche grazie alla istituzione dei primi tornei a squadre, si diffuse rapidamente in tutta l'America.
Nella lontana Russia, dove già da tempo si giocava il "Russian Vit", nel 1886, viene pubblicato un testo denominato "Russian Whist" che illustrava un'evoluzione del gioco chiamata "Biritch", nel quale l'atout viene stabilita assieme al compagno che più tardi assume la funzione di "morto".
Questa nuova forma del gioco si diffonde rapidamente nei Balcani e in Medio Oriente e arriva in Turchia a Büyükdere dove, nel 1873, Edoardo Graziani, che era dragomanno presso l'ambasciata di Costantinopoli, inizia a giocarlo regolarmente nella Villa Coronio di proprietà del Direttore della Banca di Costantinopoli, il greco Giorgio Coronio, assieme ad un altro greco, il banchiere Eustacchio Eugenidi, e al finanziere rumeno Serghiardi, che aveva insegnato i rudimenti del gioco agli altri.
Questa versione del gioco che, prende il nome di "Dummy Whist", dalle austere sale del banchiere greco Coronio, forse anche per merito del personale di servizio, si diffonde rapidamente tra i marinai che sulle rive del Bosforo attendono la partenza delle loro navi e, probabilmente per merito di questi ultimi, più che per gli scritti del Graziani o per le partite che da fine 1873 si giocavano regolarmente al Circol Sport Oriental, arriva prima al Cairo, poi, sulla Costa Azzurra e, infine, a Parigi e, di lì, in tutta l'Europa, assumendo il nuovo nome di "Whist-Bridge".
Il primo Torneo ufficiale di cui si conserva memoria fu organizzato nel 1893 a New York ed il primo "Codice di Gara" fu redatto dai Soci del "Whist Club" della stessa città, quattro anni più tardi.
La storia del Whist è però arrivata agli sgoccioli perché i tempi sono maturi affinché, nella lontanissima India, vengano poste le basi per la nascita del più nobile gioco di carte di tutti i tempi: il Bridge.