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HASSAN II

 

 Hassan II (Rabat, 9 luglio 1929 – Rabat, 23 luglio 1999) è stato re del Marocco dal 1961 fino alla sua morte. Era il figlio maggiore del sultano, poi re, Mohammed V e di Lalla Abla bint Tahar, sposata da suo padre nel 1926.

 Hassan II si laureò in legge presso l'Università di Bordeaux.

 Venne esiliato in Corsica dalle autorità francesi il 20 agosto 1953, insieme al padre, Mohammed V. Furono poi trasferiti in Madagascar nel gennaio 1954. Durante l'esilio, l'allora principe Hassan assunse il ruolo di consigliere politico del padre. Mohammed V e la sua famiglia ritornarono in patria il 16 novembre 1955.

 Il principe Hassan, nel Febbraio 1956, partecipò ai negoziati per l'indipendenza del Marocco insieme al padre, da cui, nell'aprile 1956 venne nominato Capo delle Forze Armate reali. In seguito ai tumulti popolari che si verificarono quello stesso anno, guidò contingenti armati contro i Berberi, sulle montagne del Rif. Mohammed V cambiò il titolo di regnante del Marocco da sultano a re nel 1957.

 Hassan venne proclamato Principe ereditario il 19 luglio 1957 e divenne re il 3 marzo 1961, dopo la morte del padre.

 La trasformazione fu immediata. Nel dicembre 1962, Hassan II fece adottare una Costituzione su misura, senza il consenso dei partiti politici, in base alla quale il re, comandante dei credenti, era una personalità «inviolabile e sacra». Il suo ruolo conservatore rafforzò notevolmente la dinastia Alawita, ma il suo rifiuto di condividere il potere con i partiti e di appoggiarsi, invece, all'élite makhzen, casta tradizionale legata al re (equivalente alle antiche corti europee), che funzionava come uno Stato parallelo, provocò inevitabili proteste.

 Nel 1965, re Hassan, pur non avendo abolito il meccanismo della democrazia parlamentare, aveva preso, però, la decisione di sciogliere il parlamento e di governare direttamente. Quando vennero finalmente indette le elezioni, il risultato fu una maggioranza chiaramente manovrata in favore dei partiti leali al re. Questo causò una forte reazione di proteste nella popolazione e nell'opposizione politica, che si manifestò con dimostrazioni e sommosse in sfida al potere del re.

Il periodo di rigido sistema dittatoriale, che va dagli anni '60 fino ai primi anni '90, è stato definito dalle forze di opposizione "anni di piombo". Durante questo periodo venne esercitata una ferrea repressione politica, e centinaia di dissidenti furono uccisi, arrestati, esiliati o fatti "scomparire". Dietro suo ordine, il 29 ottobre 1965 venne eseguito, a Parigi, in pieno giorno, il sequestro del leader democratico marocchino Mehdi Ben Barka, del quale non fu poi più trovata traccia. Nel novembre 1975, la «Marcia Verde» organizzata verso i territori dell'antica colonia spagnola del Sahara Occidentale gli dette l'occasione di ricostruire l'unità intorno alla sua persona, nel tentativo di instaurare una specie di culto della personalità. Il suo ritratto venne affisso in ogni luogo pubblico di ogni città e villaggio, con la polizia pronta ad intervenire in caso di mancata affissione.

Ma sarà solo verso la fine degli anni '80 che il suo regime comincerà lentamente a cedere. Le riforme costituzionali del 1992 e del 1996 attenueranno la fisionomia assolutista della monarchia. Nel febbraio 1998, infine, Hassan II nominerà un membro dell'opposizione, il socialista Abderrahman El Yousoufi, come Primo ministro, in nome dell'alternanza, ma si può dire che gli "anni di piombo" ebbero termine definitivamente solo con l'ascesa al trono del figlio Mohammed VI, nel 1999.Nei primi anni '70, la crescente ondata di scontento si allargò all'esercito: re Hassan riuscì a sfuggire a due attentati. Il 10 luglio 1971, un primo tentativo di colpo di stato causò un centinaio di vittime, durante una cerimonia al palazzo reale di Skhirat.

Il 16 agosto 1972, il generale Mohamed Oufkir organizzò un attacco aereo contro il Boeing 727 sul quale il re stava viaggiando, di ritorno da Rabat, non riuscendo però a colpirlo. In seguito al fallimento dell'azione, secondo la versione ufficiale del tempo, Oufkir si suicidò. Secondo alcune fonti, sarebbe stato invece fucilato dal re stesso.

Hassan II fu per anni un canale di mediazione tra il mondo arabo e Israele, facilitando i primi negoziati intercorsi tra le due regioni.

Durante il suo regno, nel 1975, con quella che venne chiamata la "Marcia Verde", il Marocco procedette all' annessione del Sahara Occidentale, evento determinante per la politica estera del Marocco, che provocò un inasprimento delle relazioni diplomatiche con l'Algeria, relazioni già entrate in crisi nel 1963, a causa di quella che venne poi chiamata Guerra delle sabbie.

Nel 1984, il Marocco si ritirò dall' Organizzazione dell'Unità Africana a causa dell'ammissione alla stessa della Repubblica Democratica Araba del Saharawi (RASD), proclamata dal Fronte Polisario.

Hassan II fu un appassionato di Bridge e giocò spesso nella sua reggia con il campione olandese Cornelius Slavenburg che si era trasferito in Marocco.

King Hassan II (July 9, 1929 – July 23, 1999) was King of Morocco from 1961 until his death in 1999. He was the eldest son of Mohammed V, Sultan, then King of Morocco (1909–1961) and his wife Lalla Abla bint Tahar (1889–1992).

King Hassan was educated at the Imperial College at Rabat and earned a law degree from the University of Bordeaux.

He was exiled to Corsica by French authorities on 20 August 1953, along with his father Sultan Mohammed V. They were transferred to Madagascar in January 1954. Prince Moulay Hassan acted as his father's political advisor during the exile. Mohammed V and his family returned from exile on 16 November 1955.

Prince Moulay Hassan participated in the February 1956 negotiations for Morocco's independence with his father, who later appointed him Chief of Staff of the newly founded Royal Armed Forces in April 1956. In the unrest of the same year, he led army contingents battling rebels in the mountains of the Rif. Mohammed V changed the title of the Moroccan sovereign from Sultan to King in 1957. Hassan was proclaimed Crown Prince on 19 July 1957, and became King on 26 February 1961, after his father's death. U.S. Ambassador Charles W. Yost saw King Mohammed V hours before his death and was among those who suspected that Hassan II had a hand in his father's sudden death.
Hassan's conservative rule, one characterized by a poor human rights record, strengthened the Alaouite dynasty. In Morocco's first constitution of 1963, Hassan II reaffirmed Morocco's choice of a multi-party political system, the only one in the Maghreb. The constitution gave the King large powers he eventually used to strengthen his rule, which provoked strong political protest from the UNFP and the Istiqlal parties that formed the backbone of the opposition. In 1965, Hassan dissolved Parliament and ruled directly, although he did not abolish the mechanisms of parliamentary democracy. When elections were eventually held, they were mostly rigged in favor of loyal parties. This caused severe discontent among the opposition, and protest demonstrations and riots challenged the King's rule.

In the early 1970s, King Hassan survived two assassination attempts. The first, in 1971, was coup d'état attempt allegedly supported by Libya, organized by General Madbouh and Colonel Ababou and carried out by cadets during a function at the King's summer palace in Rabat during his forty-second birthday party. Important guests, including the Belgian Ambassador Marcel Dupert, were placed under house arrest, and the King himself was taken to a small pavilion. Rabat's main radio station was taken over by the rebels and broadcast propaganda stating that the King had been murdered and a republic founded. The coup ended the same day when royalist troops took over the palace in combat against the rebels. On August 16, 1972, during a second attempt, four F-5 military jets from the Royal Moroccan Air Force fired upon the King's Boeing 727 while he was traveling back to Rabat from France, but they failed to bring it down. General Mohamed Oufkir, Morocco's defense minister, was the man behind the coup and was officially declared to have committed suicide after the attack. His body, however, was found with several bullet wounds.

In the Cold War era, Hassan II allied Morocco with the West generally, and with the United States in particular. There were close and continuing ties between Hassan II's government and the CIA, who helped to reorganize Morocco's security forces in 1960.

Hassan served as a back channel between the Arab world and Israel, facilitating early negotiations between them. This was made possible due to the presence in Israel of a large Moroccan Jewish community.

During his reign, Morocco recovered the Spanish-controlled area of Ifni in 1969, and military seized two thirds of Spanish Sahara (now Western Sahara) through the "Green March" in 1975. The latter issue continues to dominate Moroccan foreign policy to this day. Relations with Algeria have deteriorated sharply due to the Western Sahara affair, as well as due to Moroccan claims on Algerian territory (Tindouf and Bechar), which unleashed the brief 1963 Sand War. Relations with Mauritania were tense too, as Morocco only recognized it as a sovereign country in 1969, nearly a decade after Mauritania's independence, because of Moroccan claims on the country (see Great Morocco).

Economically, Hassan II adopted a market-based economy, where agriculture, tourism, and phosphates mining industries played a major role.
The period from the 1960s to the late 1980s was labelled as the "years of lead" and saw thousands of dissidents jailed, killed, exiled or forcibly disappeared.
King Hassan II had extended many parliamentary functions by the early 1990s and released hundreds of political prisoners in 1991, and allowed the Alternance, where the opposition assumed power, for the first time in the Arab World.[citation needed] He set up a Royal Council for Human Rights to look into allegations of abuse by the State.

Hassan died of natural causes in his birth town at the age of 70 on 23 July 1999. A national funeral service was held for him in at Rabat, Morocco, with some 40 heads of state in attendance. He was buried in the Mausoleum of Mohammed V in Rabat.

The coffin of King Hassan II, carried by King Mohamed VI, his brother Prince Moulay Rachid and his cousin Moulay Hicham, was covered with a green fabric, in which the first prayer of Islam, "There is no god but Allah", is inscribed in golden letters.

Hassan II was an avid Bridge player and played often in his palace with Dutch champion Cornelius Slavenburg who had moved to Morocco.

Hassan II, né el-Hassan ben Mohammed ben Youssef el-Alaoui à Rabat le 9 juillet 1929 et décédé à Rabat le 23 juillet 1999, fut roi du Maroc. Son règne a duré 38 ans (1961-1999). Il est enterré au mausolée Mohammed V de Rabat, où reposent son père Mohammed V et son frère Moulay Abdallah. Son fils Mohammed VI lui a succédé.

Hassan II fut le vingt-deuxième monarque de la dynastie alaouite, qui règne sur le Maroc depuis le milieu du XVIIe siècle, et le deuxième à porter le titre de roi.

D'après la tradition, Hassan II est issu de la lignée des Alaouites, originaire de Yanboô An Nakhil, petite oasis de la côte d’Arabie, sur la mer Rouge, qui serait descendante directe du prophète Mahomet par la voie de sa fille Fatima.

Hassan II reçoit, au palais royal, les premiers enseignements de la science coranique. Après des études universitaires à Rabat et à Bordeaux (France), le roi obtient, en 1951, le diplôme d'études supérieures en droit public.

Hassan est très tôt initié aux arcanes du pouvoir et de la diplomatie. En 1943, il assiste, aux côtés de son père, à la conférence d'Anfa où il rencontre Winston Churchill et Franklin Roosevelt. Cette conférence des Alliés se tenait à la veille de la libération de l'Europe. En 1944, il participe à la rédaction du Manifeste de l'indépendance[réf. nécessaire] aux côtés des représentants du Mouvement national. Très jeune déjà, le prince Moulay Hassan milite activement au sein du collège impérial, foyer du militantisme et du nationalisme marocain. En 1947, le prince participe au voyage historique de Mohammed V à Tanger, et assiste au discours de son père qui réclame l'indépendance du pays, son unité, son intégrité territoriale et son adhésion à la Ligue arabe. Il lance lui-même un appel aux jeunes les invitant à se mobiliser pour la libération. En 1952, il participe au discours du Trône, considéré comme la charte du nationalisme marocain contre le protectorat.
L'année suivante, il est exilé avec le sultan en Corse à Zonza, puis à Madagascar, avant de partager, en novembre 1955, son triomphal retour dans le royaume. L'indépendance acquise en 1956, son père le nomme chef d'état-major des forces armées royales - il réprime, à ce titre, le soulèvement du Rif - avant de le proclamer officiellement prince héritier le 9 juillet 1957.

Le 3 mars 1961, à la mort de Mohammed V, Moulay Hassan est proclamé roi du Maroc.

En décembre 1962, Hassan II fait adopter une constitution sur mesure, mal acceptée par les partis politiques - le roi, commandeur des croyants, est une personnalité « inviolable et sacrée ».
Une vague de répression s'abat alors sur l'opposition de gauche, suivie, après les émeutes de Casablanca et au Rif en 1965, par dix ans d'état d'exception. Le 29 octobre de cette année-là, Mehdi Ben Barka, est enlevé au boulevard Saint-Germain à Paris (devant la brasserie Lipp), puis secrètement assassiné.

Dans le même temps, il poursuit l'unification du royaume et la consolidation de son indépendance et de son intégrité territoriale : libération de la province de Tarfaya (1958) et de l'ancienne colonie espagnole, la province de Sidi Ifni (1969).
Pour Hassan II, le danger viendra ensuite de l'armée. Le 10 juillet 1971, une première tentative de coup d'État fait plus de cent morts au palais royal de Skhirat. Le 16 août 1972, c'est le général Mohamed Oufkir qui monte une attaque aérienne contre l'avion du souverain alors que celui-ci rentre d'un voyage en France. Oufkir, selon la thèse officielle, se suicide. À chaque fois, Hassan II en réchappe. Il faudra attendre encore trois ans pour que le roi trouve enfin un terrain d'entente avec son opposition, son armée et, sans doute, son peuple.

En novembre 1975, la « marche Verte » organisée en direction de l'ancienne colonie espagnole du Sahara occidental lui fournit l'occasion de refaire l'unité autour de sa personne, organisant, entre autres, une sorte de culte de sa personnalité.
Son portrait apparaît alors dans tout le pays, sur les avenues, chez les commerçants qui peuvent être inquiétés par la police s'il n'est pas bien mis en évidence. Mais ce ne sera qu'à la fin des années 1980, après une nouvelle série d'émeutes et la montée en force de l'islamisme, que son régime commence lentement à se libéraliser. Les réformes constitutionnelles de 1992 et 1996 atténuent ainsi le caractère absolutiste de la monarchie. En février 1998, enfin, Hassan II nomme un opposant de toujours, le socialiste Abderrahman el-Youssoufi, au poste de Premier ministre chargé d'assurer « l'alternance ».

Hassan II et le secrétaire américain à la defense Caspar W. WeinbergerRedoutable manœuvrier, jamais aussi à l'aise que dans le jeu complexe de la diplomatie régionale et internationale, ce roi auquel rien n'était interdit - surtout pas les plaisirs d'une vie terriblement dispendieuse - décide de tout derrière les murailles de ses palais, véritables cités interdites. Cependant, pour préparer le règne de son fils, il engagea une politique d'ouverture démocratique.[réf. nécessaire]
Moderniste et traditionnel, féodal et politicien madré, fin stratège conciliant Occident et Orient, mais aussi capable d'arbitraire et d'extrême dureté, Hassan II laisse à son fils, Mohammed VI, un Maroc structuré et uni. Mais aussi un royaume où les disparités sociales et les inégalités demeurent criantes. Contrasté et contesté. Son héritage est lourd.

En ce qui concerne les chrétiens, Hassan II accomplit un geste qui n'était pas seulement un symbole. En effet, il admit monseigneur Norbert Calmels (1908-1985), un dignitaire du Vatican et ami du roi, à l'Académie royale. Cet ecclésiastique originaire du département de l'Aveyron, en France, était chargé d'opérer le rapprochement entre l'islam et le christianisme. Aujourd'hui, le clergé catholique, quoique réduit, est non seulement libre d'exercer son culte, mais est également rétribué par les pouvoirs publics.

L'initiative la plus spectaculaire, fut l'invitation adressée au pape Jean-Paul II à venir visiter le Maroc. Le 19 août 1985, au grand stade de Casablanca, le souverain pontife s'est adressé à plus de 80 000 jeunes Marocains en affirmant que les « chrétiens et les musulmans ont beaucoup de choses en commun, en tant que croyants et en tant qu'hommes [...] et que, dans le passé, nous nous sommes mal compris, nous nous sommes souvent opposés, et nous avons dépensé beaucoup trop d'énergie dans des querelles et dans des guerres. Je crois au fait que Dieu nous pousse aujourd'hui à changer nos vieilles méthodes ».

Hassan II citait souvent cette sourate du Coran (l'Araignée): « N'engagez des controverses avec les gens du livre que de la manière la plus honnête, à moins que ce soient des hommes mauvais. Dites : nous croyons aux livres qui nous ont été envoyés, ainsi qu'à ceux qui vous ont été envoyés. Notre Dieu et le vôtre est un. Nous nous résignons entièrement à sa volonté ».

Les funérailles d'Hassan II à Rabat le 25 juillet 1999 furent l'occasion de grandes manifestations de ferveur populaire et de soutien à la monarchie. Lors de la procession funèbre, le cortège est enveloppé par une masse de deux et demi à trois millions de personnes venues rendre un dernier hommage à leur roi. Cet événement est retransmis en direct par plus de 80 chaînes de télévisions, dont les principales chaînes arabes et occidentales, représentant 65 pays. Des délégations et des représentants de plus de 60 pays viennent à Rabat pour lui rendre un dernier hommage. Plusieurs chefs d'État participent aux obsèques et font partie du cortège funéraire.

Hassan II repose depuis dans le Mausolée de son père à Rabat, avec son frère cadet Moulay Abdellah.

Hassan II. (* 9. Juli 1929 in Rabat, Marokko als Moulay Hassan; † 23. Juli 1999, ebenda) war von 1961 bis 1999 König von Marokko.

Hassan II. wurde 1929 als ältester Sohn von Mohammed V. geboren. Nach der Unabhängigkeit 1956 wurde er Oberbefehlshaber der Armee und schlug mehrere Aufstände der Berber im Rif-Gebirge nieder, nachdem Rif-Berber versucht hatten, den damaligen Thronfolger und Oberbefehlshaber der Armee in der Nähe von Al-Hoceima, im Zuge eines Besuches Hassan II. in der Region, zu erschießen.

Als sein Vater gestorben war, kam Hassan II. an die Macht. Seine feierliche Thronbesteigung war am 3. März 1961.

Als König setzte Hassan II. die Dynastie der Alawiden fort und verfolgte eine konservative Politik, wobei er sich vor allem auf die alten Eliten und die feudalen Strukturen des Landes stützte. Nachdem Marokko 1962 eine konstitutionelle Monarchie geworden war, löste Hassan II. nach Unruhen das Parlament auf und übernahm wieder persönlich die Regierungsgeschäfte. Streitigkeiten um den Grenzverlauf bildeten im Oktober 1963 den Anlass zum algerisch-marokkanischen Grenzkrieg. Innenpolitisch ließ er vor allem die linke Opposition verfolgen und ins Exil treiben. 1965 wurde mit Ben Barka ein Führer der linken Opposition im Pariser Exil entführt und getötet. Dies führte zu einer zunehmenden Opposition, Hassan II. überlebte zwei republikanische Putsche 1971 und 1972 nur knapp (siehe Republik Marokko).

1975 initiierte Hassan II. den „Grünen Marsch“, bei dem 350.000 unbewaffnete marokkanische Zivilisten die spanische Kolonie Westsahara besetzten, was auch von der innenpolitischen Opposition begrüßt wurde. Allerdings ließ er nach dem spanischen Abzug einen Teil der Westsahara durch Marokko selbst besetzen. Bald begann der militärische Widerstand eines Teils der Einheimischen unter der POLISARIO. Dies führte zu starken Spannungen mit Algerien und Libyen, die die POLISARIO unterstützten. Der Westsaharakonflikt konnte bis heute nicht gelöst werden. Erst 1989 kam es zu einer Aussöhnung mit Algerien und Libyen, als die Arabische Maghreb Union, unter Einschluss Tunesiens, zur Vertiefung der wirtschaftlichen und kulturellen Zusammenarbeit gegründet wurde.

Insbesondere in den 1970er und 1980er Jahren kam es unter seiner Herrschaft zu schweren Menschenrechtsverletzungen, die gegen jegliche Art von Opposition gegen das Königshaus gerichtet waren. Teilweise wird diese Periode als schmutziger Krieg bezeichnet.

Die Opfer der staatlichen Repression waren Mitglieder des Militärs nach den Putschversuchen in den Jahren 1971 und 1972, Mitglieder linker Parteien und Bewegungen sowie Aktivisten für die Selbstbestimmung der Sahara. Die dabei begangenen Verbrechen – unter anderem Folter und das Verschwindenlassen von Menschen – waren so zahlreich und gravierend, dass sein Sohn Mohammed VI. im Jahr 2004 eine Wahrheitskommission zu ihrer Untersuchung und Wiedergutmachung einsetzen ließ. Sie war die bisher einzige derartige Kommission in der arabischen Welt.

Hassan II. selbst hatte Mitte der 1990er aufgrund des innen- und außenpolitischen Drucks eine Abkehr von der auf gnadenloser Repression beruhenden Politik veranlasst. Nur wenige Monate vor seinem Tod 1999 rief er eine erste nationale Kommission ins Leben, die sich mit dieser Frage befasste. In der Folge wurde das berüchtigte Gefängnis von Tazmamart geschlossen, und zahlreiche politische Gefangene kamen in den Genuss einer Amnestie. Eine wichtige Triebfeder für die Reformen spielte eine Vereinigung ehemaliger politischer Gefangener namens „Forum Verité et Justice“, welche die marokkanische Öffentlichkeit hartnäckig auf das Thema aufmerksam machte.
Abgesehen von der verheerenden Bilanz in Bezug auf die Menschenrechte werden zu seinen positiven Leistungen gezählt: der systematische Bau zahlreicher Staudämme zur Versorgung der lokalen Agrarindustrie mit Wasser, sowie Bemühungen, den Israelisch-Palästinensischen Konflikt durch Vermittlungen zu lösen. In wirtschaftlicher Hinsicht, wie auch unter anderem im Bildungsbereich, ergaben sich während der Regierungszeit von Hassan jedoch insgesamt große Probleme. Marokko hatte zum Ende der Herrschaft eine Analphabetenrate von über 50 Prozent. Die Arbeitslosigkeit lag bei über 20 Prozent, der Anteil der Armen an der Gesamtbevölkerung Marokkos stieg zwischen 1991 und 1999 von 13,1 auf 19 Prozent, durch die hohe Regierungsverschuldung mussten pro Jahr 30 Prozent des Staatshaushaltes für die Schuldenfinanzierung ausgegeben werden.

Innenpolitisch gelang es Hassan II., den aufkommenden militanten Islamismus unter Kontrolle zu halten. Seit der Verfassungsänderung von 1992 begann eine vorsichtige Liberalisierung der Politik. Am 23. Juli 1999 starb Hassan II. in Rabat. Nachfolger wurde sein Sohn Mohammad VI. Ein weiterer Sohn, Moulay Rachid, wurde neuer Kronprinz.

Hassan II. war Mitglied im US-Club Rotary und nach dem Wahlspruch der Rotarier Service above self (Selbstlos Dienen) zu höchstem ethischen und moralischen Handeln verpflichtet.

Hassan II. war ein begeisterter Bridge und spielte häufig in seinem Palast mit niederländischer Meister Cornelius Slavenburg, die nach Marokko gezogen war.

  Al-Hasan ibn Muhammad o Hasán II (Rabat, 9 de julio de 1929-ibídem, 23 de julio de 1999) fue rey de Marruecos desde 1961 hasta su muerte. Fue el segundo hijo de Mohamed V, sultán primero y después rey de Marruecos.

Fue enviado al exilio en Madagascar por las autoridades francesas en 1953 junto con su padre el rey Mohamed V, aunque se le permitió regresar en 1955, año en el que se estableció el reino. Durante los disturbios de 1956, dirigió la represión contra los bereberes sublevados en las montañas del Rif. Fue proclamado príncipe en 1957, y se convirtió en rey tras la muerte de su padre en 1961.

Ordenó el secuestro el 29 de octubre de 1965 de Mehdi Ben Barka, líder demócrata marroquí, en el restaurante parisino Lipp, y desde entonces no se sabe nada de él.

Su gobierno conservador fortaleció la dinastía alauí, y se anexionó el Sáhara Occidental con la "Marcha Verde" de 1975. Puso en marcha un sistema parlamentario en el, que sin embargo, tenía muchas prerrogativas, y donde el Majzen, o casta tradicional ligada al rey (equivalente de las antiguas cortes europeas), funcionaba como un Estado paralelo. En la práctica, el sistema político que rigió y que luego legó a su hijo se parecía más a una monarquía absoluta que a una monarquía constitucional de tipo europeo, con el añadido de que la familia real era propietaria directa de buena parte de las tierras, industrias y recursos del país. Durante su reinado existió una férrea represión política bajo la que desaparecieron varios centenares de personas. Tras su muerte, su sucesor tuvo que hacerse eco de las demandas sociales sobre el particular y crear mecanismos institucionales de investigación y compensación económica de las víctimas. (Ver Política de Marruecos).

Sufrió varios intentos de asesinato de los que salió ileso de forma casi milagrosa, lo que fue utilizado para crearle cierta aura de personaje santo o elegido por Dios (además de rey era príncipe de los creyentes, título que históricamente corresponde a los califas . En una ocasión, los conjurados (dirigidos por la mano derecha del monarca, el general Mohammed Ufqir) estaban tan seguros de que no había sobrevivido que se llegó a anunciar la proclamación de la república por las radios del país.

Estaba casado con Lalla Latifa Hammou (Madre de los príncipes), y con una prima de ésta, Lalla Fatima bint Qaid Amhourok (no teniendo descendencia de este matrimonio). Sus restos descansan en el Mausoleo de Mohamed V, ubicado en la esplanada de la Torre Hasán en Rabat, junto al sarcófago de su padre y el de su hermano Mulay Abdellah.

Hassan II era un bridge ávido y juega a menudo en su palacio con el campeón holandés Cornelius Slavenburg que se había trasladado a Marruecos.

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