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 Hugh Walter  KELSEY

 

 Nato ad Edimburgo nel 1926, Hugh Kelsey, che scomparve nella stessa città il 18 marzo del 1995, può essere considerato il più prolifico di tutti gli scrittori di bridge.

 Hugh partecipò alla seconda guerra mondiale e lì conobbe Flora Mc Donald Duncan che serviva il Paese come infermiera della Croce Rossa e che sarebbe diventata sua moglie nel 1956 dandogli due figli.

 Hugh visse in Malesia facendo il piantatore di caucciù fino a 35 anni, poi tornò in Scozia con l'ambizione di divenire romanziere ma non ebbe il successo che sperava e questo lo indirizzò verso la letteratura bridgistica.

 Hugh era un buon giocatore ed uno dei migliori in assoluto tra quelli scozzesi, ma oggi viene ricordato in tutto il mondo più per la sua versatilità di scrittore che, da quando ha esordito  pubblicando con successo nel 1967 "Killing Defense at Bridge", lo ha visto scrivere una cinquantina di titoli con i quali ha spaziato in ogni campo del bridge, dedicandosi con eguale facilità sia ai principianti che agli esperti.

 Tra le sue opere, tutte consigliabili perché capaci di istruire attraverso una piacevole lettura, ricordiamo in particolare quella scritta a quattro mani con l'ungherese Geza Ottlik: "Adventures in card play".

 Come giocatore ricordiamo due sue vittorie nella Gold Cup (1969 e 1980) e 12 partecipazioni nella nazionale scozzese al Camrose.

 Teorico di fama a lui si devono alcune innovazioni licitative che vengono ancor oggi usate sui tavoli di tutto il mondo come ad esempio la Super Swiss.

 Hugh è stato anche  articolista dello Scotsman e Membro Onorario della International Bridge Press Association che lo ha eletto personalità dell'anno nel 1993.

Hugh Walter Kelsey (1926 at Edinburgh, Scotland – 18 March 1995 at Edinburgh) was a bridge player and writer. He won the Gold Cup, the most prestigious British competition, twice, in 1969 and 1980. He represented Scotland twelve times in the Camrose Trophy, played between the constituent countries of the British Isles. He was the non-playing captain of the Great Britain Women's Team in the 7th World Team Olympiad held at Seattle in 1984.

However it is as a writer that he will be best remembered. He wrote some fifty books on the game, mostly aimed at intermediate to advanced players. It is a measure of their quality that - over a decade after his death - many of them are still in print. Two of his books, Killing Defense at Bridge and Advanced Play at Bridge, were listed by the Official Encyclopedia of Bridge as "mandatory requirements for a modern technical bridge library". Adventures in Card Play, written with Geza Ottlik, is still regarded by many as the most advanced book on the play of the cards. He was the bridge columnist for The Scotsman, and wrote many articles for bridge magazines. He was the International Bridge Press Association's Personality of the Year in 1993.

The Scottish Bridge Union (SBU) hold an annual Hugh Kelsey Tournament. This is open to all those in Scotland who are currently receiving lessons.

Hugh Walter Kelsey (1926 à Édimbourg, Écosse – 18 mars 1995 à Édimbourg) était un écrivain et joueur de bridge.

Il a gagné la très prestigieuse compétition britannique Gold Cup à deux reprises (1969 et 1980). Il a représenté l'Écosse par 12 fois au Trophée Camrose.

Il a également été capitaine non-joueur de l'équipe britannique féminine lors des Olympiades de bridge  de Seattle en 1984.

Hugh Kelsey est cependant surtout connu pour ses nombreux livres sur le bridge, livres essentiellement destinées à des joueursde niveau intermédiaire ou avancé. Beaucoup de ses livres sont encore publiés aujourd'hui, plus de 10 ans après sa mort. Plusieurs de ses livres on connu un grand succès critique; en particulier, Killing Defence at Bridge et Advanced Play at Bridge ont été qualifiés d'« indispensables à toute librairie moderne technique sur le bridge » dans The Official Encyclopedia of Bridge. Ils font également partie, des livres recommandés par Mark Horton dans son The Mammoth Book of Bridge,

La Scottish Bridge Union organise un tournoi annuel en son honneur.

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